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La viticoltrice Thérèse Chappaz abbina alla perfezione vino e poesia.

In vino veritas. Non solo la verità, ma anche la bellezza, e addirittura le memorie vengono celebrate nel corso delle degustazioni di vini organizzate da Thérèse Chappaz. La viticoltrice, nata nel 1960 nel Canton Vallese, definita dal Gault Millau un’«icona del vino svizzero», tuttavia non ha per nulla quell’atteggiamento altezzoso che spesso si riscontra nelle persone note. La sua famiglia d’origine è contraddistinta da sempre dall’amore per la terra e per la viticultura unito ad una passione praticamente universale per la poesia. Suo zio infatti era niente di meno che il poeta Maurice Chappaz, che ha reso immortali queste terre nei suoi versi scritti in francese, e tradotti anche in tedesco in italiano, nonché marito di Corinna Bille, autrice di un romanzo insignito a Parigi del prestigioso Prix Goncourt.

Racconta anche di loro Thérèse Chappaz, quando nella sua tenuta di Fully, situata tra gli idilliaci pendii del Grand Chavalard e la sponda del Rodano, ci offre un aperitivo a base di Chasselas (il migliore è il Fendant La Liaudisaz), accompagnato da finger-food al formaggio e da un concerto di clavicembalo o flauto, e seguito da uno dei suoi celebri syrah, merlot o pinot noir. E se vi sembra di assaporare qualcosa di diverso rispetto ad altri vini più industriali e commerciali, non vi sbagliate di certo: nella Tenuta Chappaz, come impone la poesia, il vino è biodinamico: ciò significa che qui, su questi fertili declivi dove la terra è ricca di granito, non c’è posto per gli additivi e i fertilizzanti sintetici. E la storia delle viti annaffiate con le tisane alla camomilla, achillea e ortica, preparate con acqua pura di sorgente? Madame Chappaz la racconterà volentieri nel corso di una delle sue gradevoli serate di degustazione, prenotabili sul suo sito. 

chappaz​.ch