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Christian Martinez, giornalista di design, vive e lavora a Copenaghen e ci svela in esclusiva i suoi consigli da insider.

I danesi hanno il pallino per il design, il che in generale è un bene. Chiaramente, può sembrare una pazzia sborsare CHF 4000 per una sedia, anche se non si tratta di una qualunque, bensì della «Spanish Chair» disegnata nel 1958 da Børge Mogensen e considerata un contributo maestrale al design moderno. Non solo con la sua presenza di impatto dona carattere alla stanza, ma è anche un investimento sensato: si tratta infatti di un oggetto in rovere e pelle di pregiata qualità, la cui bellezza aumenta col passare degli anni, e che probabilmente mi sopravviverà senza alcuno sforzo. Alla luce di tutto ciò, forse i CHF 4000 pagati per una sedia di tale valore non sono affatto una pazzia. O, forse, si tratta di deformazione professionale dato che da oltre un decennio mi occupo del settore. Una cosa la so per certa: poche altre città al mondo possono vantare un DNA così votato al design come Copenaghen. Quando torno a casa dopo essere stato all’estero, me ne accorgo subito: mi basta scendere dall’aereo per entrare nel terminal. Tuttavia, non è sempre del tutto positivo: questa passione sfrenata dei danesi ha il suo costo, tanto da far sembrare spiccioli i 4000. Ad esempio di recente la città ha staccato la spina ad un pluripremiato edificio di un nuovo programma di bike-sharing, operazione che era costata circa 13 milioni di franchi ai contribuenti danesi. Ma sto divagando. La cosa migliore è andare alla scoperta in prima persona del fattore di design di questa città, ad esempio seguendo il mio itinerario da insider.

Alchemist

Aspettati l’imprevedibile! È il motto di questo ristorante da due stelle Michelin: dietro le sue massicce porte di bronzo si celano un teatro, una cupola in stile planetario e un’esperienza culinaria a 360° che ti lascerà entusiasta. Mentre lo chef Rasmus Munk è modesto e con i piedi per terra, il suo ristorante è pura follia: è vergognosamente caro ed è praticamente impossibile prenotare un tavolo, ma è assolutamente mozzafiato. Non scorderò mai quell’unica occasione in cui ho trovato un posto e mi sono potuto godere 50 incredibili portate mentre sul soffitto scorrevano immagini dall’aurora boreale ai polli XXL in gabbia. Cibo per la mente.

alchemist​.dk

THEKRANE

Questo hotel offre un’unica stanza dove vivere una delle esperienze più incredibili della città: infatti la camera si trova su una gru posta in una sala macchine dismessa. L’arredamento è minimalista, comodo e funzionale. Tutto è in nero, in parte per rendere omaggio al suo passato impiego nelle miniere di carbone. Oltre alla stanza in sé, ci sono anche due terrazzi orientati a est ed ovest, da cui osservare indisturbati sia l’alba che il tramonto.

thekrane​.dk

Das Audo

«Con Audo abbiamo cercato di rendere più liquidi i confini fra lavoro e vita privata: le persone vorrebbero abitare come se fossero in hotel, e lavorare in un posto che assomiglia a casa loro», ci spiega Bjarne Hansen, fondatore e gestore di questo spazio ibrido che unisce sotto lo stesso tetto un albergo, un ufficio, una sala espositiva, un bar e un ristorante. Ma anche solo passeggiare nel quartiere di Nordhavn è un’esperienza spettacolare, merito di edifici come «The Silo», un antico deposito di cerali, sul cui tetto oggi si trova un bar. Dai un’occhiata a Konditaget Lüders, uno spazio urbano in un parcheggio multipiano, che è anche una palestra. 

audocph​.com

Ordrupgaard

Forse non è così rinomato come il museo Louisiana a nord di Copenaghen, ma è altrettanto interessante e sicuramente molto meno affollato. Qui puoi osservare da vicino gli impressionisti francesi o lasciarti incantare dai tranquilli spazi domestici opera dell’artista Hammershøis. La struttura in sé è affascinante: nel 2005 Ordrupgaard è stato ampliato con l’aggiunta di un edificio di carattere, disegnato dall’architetta britannica di origini irachene Zaha Hadid. La parte che preferisco è l’ingresso alla casa Finn Juhl, proprio lì accanto, e considerata una delle villette monofamiliari più funzionali di tutta la Danimarca, merito anche dell’arredamento firmato Juhl, ovviamente. Inoltre, sono state selezionate opere di artisti danesi come Weilhelm Lundstrøm e Asger Jorn. Per farla breve: si tratta di una vera e propria «opera d’arte completa» capace di coniugare architettura, design e arte.

ordrupgaard​.dk

Il Museo del Design della Danimarca

Ubicato in uno degli edifici roccocò più belli di tutta la città, ha riaperto lo scorso anno le sue porte dopo aver trascorso i due precedenti in restauro. Si tratta dell’intervento di conservazione più importante da quando, nel 1926, Ivar Bentsen e Kaare Klint hanno disegnato gli ambienti per aprirli al pubblico. Ciò che mi piace di più è la combinazione delle esposizioni, che spaziano da quelle con i tradizionali barattoli di tabacco da fiuto fino alle sedie di Arne Jacobsen, che per di più affrontano le sfide di oggi legate al tema del cambiamento climatico. Da non perdere: dai un’occhiata al cortile interno del museo.

designmuseum​.dk

Petersen Collection & Craft

L’edificio, in cui in passato avevano sede gli uffici della raffineria Mærsk, custodisce oggi un omaggio all’abilità artigiana e di design danese. Il suo fascino è arricchito dalla sua posizione, semi nascosta in un quartiere industriale della città, al confine con Amager; al suo interno ospita uno spazio espositivo con alcuni dei migliori esponenti del design nazionale, ma meno conosciuti. Dai un’occhiata a Wire Table o a Stool dell’architetto Ole Schjøll in rovere modellato ma non trattato, oppure ai divani fatti a mano di Dan Svarth. Kari Svarre e Anders Petersen, i proprietari, gestiscono oltre al negozio anche una galleria al primo piano.

apetersen​.dk

Piccolo mondo di design

Che tu sia in cerca di porcellana Hasami con le sue linee sobrie e chiare, merito delle radici che affondano nella modernità della tradizionale arte nipponica della ceramica, oppure di posate francesi di Sabre Paris, o persino di un tavolino in linoleum di Egon Eiermann, questo è l’indirizzo giusto. Ogni volta mi stupisco di quanti oggetti di design riescano ad entrare in un negozio così piccolo, il cui principale talento trova sicuramente espressione nelle decorazioni.

danskshop​.com

Ma che freddo fa?

Chi visita Copenaghen spesso si stupisce nell’apprendere che facciamo dormire i nostri bambini all’aperto, al fresco della gelida aria nordica. Ma l’amore dei danesi per il freddo non finisce di sorprendere: infatti numerose società di nuoto invernale vantano persino liste d’attesa. Helgoland, all’estremità nord della spiaggia di Amager, è una delle località balneari più belle: lo stravagante color turchese degli esterni è abbinato al carattere sottilmente espressivo degli interni. Nella sauna la protagonista è la panca di legno continua, che attraversa come un’onda tutta la stanza, si innalza sulla parete di fondo e termina in un soffitto arrotondato, dove rimane come sospesa. In estate l’ingresso è gratuito, in inverno è necessario contattare Det Kolde Gys (Il brivido freddo), la società di nuoto invernale di Helgoland.

detkoldegys​.dk

Manon Les Suites

E se ne hai avuto abbastanza del freddo, ti consiglio una sosta a Manon Les Suites: questo hotel solo per adulti ti fa provare lo stile dello spirito di Bali nel cuore di Copenaghen.

guldsmedenhotels​.com/​m​a​n​o​n​-​l​e​s​-​s​u​ites/

05. febbraio 2021 Crossbasket neu

Scozia in grande stile

Quando la facciata del Crossbasket Castle viene avvolta dalle suggestive luci serali, questo hotel feudale, a pochi chilometri da Glasgow, entra in scena con una veste ancora più sontuosa. Il castello del XVII secolo è stato restaurato con rispetto e tanto amore per i dettagli. Le sue nove camere e una suite nella torre invitano a soggiornare con un mix di opulenza decorativa e confortevole modernità. Gli ospiti che desiderano gustare una cena degna di un imperatore troveranno un menù ricco di prelibatezze nel ristorante gastronomico dell’hotel, gestito dal famoso chef Albert Roux.

crossbasketcastle​.com

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28. dicembre 2020 Prag 03 c Getty Images

Dal Cubismo a Munch

Il coronavirus ha rivoluzionato sotto molti aspetti il nostro modo di viaggiare. Tutt’a un tratto si sono svuotati i musei e gli alberghi, e a farla da padrone sono diventate le passeggiate silenziose nelle città, soprattutto in quelle più in «secondo piano», che preferiscono posizionarsi a un passo indietro rispetto a quelle più popolari. 

Ti sei perso la prima parte del racconto su Lione e Torino? Leggi qui l’articolo precedente.

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27. dicembre 2021 Villa Honegg 01

Vade retro, stress!

Straordinari luoghi in cui rifugiarsi per un weekend indisturbato all’insegna del relax.

A volte abbiamo l’esigenza di lasciarci alle spalle il quotidiano e cambiare totalmente aria. Ed è proprio questo ciò che ci promettono i hideaway che stiamo per presentarvi: silenzio e pace assoluta per entrare in armonia con noi stessi, lasciarci andare e goderci l’attimo. Una vacanza in un ambiente (quasi) privato e individuale lo rende possibile. Non importa se in montagna o in città: un soggiorno in un luogo del genere ci fa dimenticare volentieri, per un po’, il mondo che sta fuori. Bastano solo una bella location che colpisce già solo per la sua unicità, e degli interni che renderanno la permanenza ancora più confortevole. Meglio una vacanza stravagante, lussuosa, tradizionale, romantica, avventurosa o elegante? È solo questione di gusti e preferenze. 

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