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Il lussuoso It Hotel Mallorca Valldemossa sarà inaugurato il 29 febbraio 2024.

Il gruppo alberghiero IT Mallorca amplia il suo esclusivo portfolio con lo splendido hotel Valldemossa, nel nord di Maiorca. La nuova struttura, che un tempo faceva parte del Palazzo Reale di La Cartuja, si trova nel cuore della Sierra de Tramontana, patrimonio mondiale dell’UNESCO, e offre dodici camere esclusive con vista a 360 gradi su Maiorca. Materiali pregiati e opere d’arte contemporanea di artisti come Jordi Alcaraz, Aythamy Armas e Antonia Ferrer creano un’atmosfera unica. L’estetica francese degli anni Cinquanta rivive negli imponenti saloni e nelle stanze a pianta aperta con mobili originali di Charlotte Perriand, Le Corbusier e Miguel Milá.

Il santuario dell’Hotel Valldemossa propone agli ospiti il programma di benessere terapeutico «Valldemossa Longevity». Sotto la direzione di Amor Garzón, pioniere del metodo Piroche, coniuga la medicina tradizionale cinese e la saggezza occidentale del drenaggio linfatico per un recupero olistico.

Per deliziare il palato si comincia con una colazione sulla terrazza, a base di prodotti del proprio orto. Il De Tokio a Lima, ristorante dell’hotel Can Alomar a Palma di Maiorca, vizia gli ospiti con una fusione di cucina giapponese e peruviana.

valldemossahotel​.com

Vocabolo Moscatelli 02

Il bello della vita

Vocabolo Moscatelli è il nuovo fiore all’occhiello dell’ospitalità in Umbria.

Per anni Frederik Kubierschky ha lavorato in Svizzera come chef concierge negli hotel di massima categoria. Nato in Germania, ma trasferitosi in Italia a 14 anni, è ora tornato nella sua patria di adozione per aprire un boutique hotel. L’anno scorso ha infatti potuto coronare il suo sogno, con grande gioia di chi desidera andare alla scoperta del paesaggio mozzafiato umbro. Il cuore di Vocabolo Moscatelli è un convento del XII secolo ora rinnovato, con tanto di soffitti con travi a vista, massicci camini di pietra, morbidi pavimenti di legno e, soprattutto, la campana che all’epoca richiamava i monaci alla preghiera.

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23. aprile 2024 Kopenhagen 1

Fairfield by Marriott apre il primo hotel a Copenaghen

Espansione europea: Fairfield accoglie gli ospiti a Nordhavn.

Il Fairfield by Marriott Copenhagen Nordhavn è il primo hotel del marchio Fairfield by Marriott in Europa e offre un’esperienza alberghiera ricercata, incentrata su qualità, funzionalità e comfort del sonno. L’hotel, con 222 camere dal design moderno, è situato a Nordhavn, quartiere in piena espansione di Copenaghen, a fianco del Residence Inn by Marriott Copenhagen Nordhavn con altre 89 camere. Nordhavn è una delle più grandi aree di sviluppo urbano del Nord Europa, destinata a diventare un centro sostenibile, a basso impatto energetico e a zero emissioni di CO2. La «città dei cinque minuti» consente agli ospiti di raggiungere in poco tempo i trasporti pubblici, i quartieri, le strutture, gli spazi verdi e il distretto portuale.

fairfield​.marriott​.com

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Designmuseum Danmark 02

Inside Copenaghen

Christian Martinez, giornalista di design, vive e lavora a Copenaghen e ci svela in esclusiva i suoi consigli da insider.

I danesi hanno il pallino per il design, il che in generale è un bene. Chiaramente, può sembrare una pazzia sborsare CHF 4000 per una sedia, anche se non si tratta di una qualunque, bensì della «Spanish Chair» disegnata nel 1958 da Børge Mogensen e considerata un contributo maestrale al design moderno. Non solo con la sua presenza di impatto dona carattere alla stanza, ma è anche un investimento sensato: si tratta infatti di un oggetto in rovere e pelle di pregiata qualità, la cui bellezza aumenta col passare degli anni, e che probabilmente mi sopravviverà senza alcuno sforzo. Alla luce di tutto ciò, forse i CHF 4000 pagati per una sedia di tale valore non sono affatto una pazzia. O, forse, si tratta di deformazione professionale dato che da oltre un decennio mi occupo del settore. Una cosa la so per certa: poche altre città al mondo possono vantare un DNA così votato al design come Copenaghen. Quando torno a casa dopo essere stato all’estero, me ne accorgo subito: mi basta scendere dall’aereo per entrare nel terminal. Tuttavia, non è sempre del tutto positivo: questa passione sfrenata dei danesi ha il suo costo, tanto da far sembrare spiccioli i 4000. Ad esempio di recente la città ha staccato la spina ad un pluripremiato edificio di un nuovo programma di bike-sharing, operazione che era costata circa 13 milioni di franchi ai contribuenti danesi. Ma sto divagando. La cosa migliore è andare alla scoperta in prima persona del fattore di design di questa città, ad esempio seguendo il mio itinerario da insider.

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