La rinomata designer Nika Zupanc condivide cosa l’ispira a creare lampade a forma di ciliegie brillanti e tavole da surf dalle fantasie floreali.
#1 Onde magiche
Riesco a pensare e lavorare al meglio quando sono vicino al mare. La presenza magica dell’acqua mi aiuta a rilassarmi e a concentrarmi sul progetto su cui sto lavorando.
#2 Natura selvaggia
Un’altra fonte di ispirazione e pensiero creativo per me è la natura incontaminata dei boschi. Amo semplicemente passeggiare tra gli alberi e lasciare che la mia mente vaghi libera.
#3 Fascino die resti
Adoro i sobborghi, i luoghi dimenticati e abbandonati, gli edifici industriali vuoti e le tracce delle vecchie strutture urbane che non sono più in uso. Questi luoghi sono ricchi di affascinanti dettagli architettonici e non smettono mai di sorprendermi, ovunque io li trovi. Questi “luoghi dimenticati” sono sempre una scoperta intrigante e mi ispirano costantemente.
Seduttiva ed elegante
Che si tratti di creare un’auto d’arte floreale per Porsche, realizzare un’installazione in uno spazio per Dior o progettare la lampada a forma di ciliegia per il soggiorno, le opere di Nika Zupanc vanno oltre il semplice design: sono dichiarazioni d’arte che attirano l’attenzione a livello internazionale. In quanto designer industriale con una formazione accademica, Nika ama trasformare sfide complesse in oggetti di bellezza, talvolta enfatizzando la femminilità, altre volte sfidando le convenzioni o sottolineando la fragilità. Nika Zupanc non pone limiti al suo lavoro, gestendo uno studio a Lubiana, in Slovenia.
La sua creatività è richiesta in tutto il mondo, da Milano a New York. Lavora sia per aziende che nella creazione della sua collezione personale. Non smette mai di sognare, come dimostra il design di una tavola da surf realizzata per la sua collezione personale. Il suo pezzo preferito? La poltrona Knitty, creata appositamente per moooi.
La pop star P!nk a Berna
Giornata internazionale del design
L’arte mette radici
Ecco come la rinascita della natura viene trasformata in arte: un giro tra giardini, opere e idee ispiratrici.
«I don’t paint nature. I am nature» (non dipingo la natura; io sono la natura). Solo Jackson Pollock riuscì ad esprimere in maniera così concisa il legame universale tra arte e natura; affermando inoltre che: «My concern is with the rhythms of nature… I work inside out, like nature» (mi concentro sui ritmi della natura e funziono come lei, dall’interno all’esterno). L’artista è quindi solo uno strumento creativo della natura. Sempre più numerosi sono gli artisti che si identificano, nelle forme e nei luoghi più disparati, in questo ritmo della natura. La natura è e continua ad essere la forza motrice e l’ispirazione del mondo dell’arte. A volte si caratterizza da tratti chiari e ben distinti, altre da tratti sottili e raffinati, ma resta pur sempre creativa.
29. novembre 2021
La sfida del legno
Caroline Palfy punta in alto e con il legno dà vita a miracoli architettonici
Caroline Palfy vuole realizzare grandi cose, anche grazie alla materia prima che impiega nei suoi progetti, prefissandosi elevati obiettivi di sostenibilità. Grazie alla sua esperienza nel settore delle costruzioni edili progetta meravigliose opere architettoniche in legno. Ci rivela i suoi segreti in questa intervista.
Artista esistenzialista e popolare
Fino al 3 settembre 2023 il Museo d’arte di Basilea dedica una mostra al dibattuto artista francese Bernard Buffet.
Gli spazi espositivi della collezione della Fondazione Im Obersteg nel Museo d’arte di Basilea offrono un’occasione unica per riscoprire i primi lavori del pittore francese Bernard Buffet. Questo pittore dell’Esistenzialismo è stato a lungo dimenticato, ma la mostra propone ora un’affascinante carrellata delle sue opere. Accanto ai suoi sbalorditivi dipinti ci sono anche i filmati, le fotografie e altri documenti che rappresentano una testimonianza della carriera leggendaria dell’artista nonché della cultura della Parigi del Dopoguerra, riportando in vita le storie che circondano questo controverso artista.
L’arte di Buffet esplorava gli aspetti desolanti della vita. La morte, la fame e il disgusto rappresentavano i temi centrali delle sue scarne nature morte e dei ritratti di figure smunte e pallide. Il suo obiettivo era quello di rappresentare il grigiore della Parigi del Dopoguerra attraverso uno stile figurativo inconfondibile. A vent’anni diventa una celebre «pop star» dell’arte, entrando a far parte dell’élite francese insieme a Brigitte Bardot, Françoise Sagan, Roger Vadim, Yves Saint Laurent e altri. Tuttavia, il clamore che lo circondava non durò a lungo. L’artista, che ritraeva la miseria e si faceva fotografare davanti ai suoi castelli e alle sue tenute, non venne più preso sul serio. Oggi guardiamo le sue opere con occhi nuovi e riconosciamo nella combinazione di soggetti tipici della corrente esistenzialista rappresentati con uno stile pittorico stereotipato una qualità propria, in cui si intravede soprattutto l’influenza di una subcultura dal ritmo frenetico in cui convivevano glamour e pop.