Eruttava e sputava fuoco… No, non fu un drago, a paralizzare per svariati giorni il traffico aereo europeo, bensì il vulcano Eyjafjöll in Islanda.
Le eruzioni crearono nel cielo nuvole di ceneri di immani proporzioni che si estesero sull’intera Europa. Decine di migliaia di voli dovettero essere cancellati, perché volare era troppo pericoloso. Infatti se un aereo attraversa una nube di questo tipo, le particelle di polveri e lapilli estremamente abrasivi in essa contenuti, possono danneggiare le turbine e nel peggiore dei casi, far precipitare l’aereo.
Le autorità non ebbero scelta. I voli cargo restarono a terra. Centinaia di migliaia di passeggeri rimasero bloccati. Prolungamenti involontari delle vacanze, rientri ritardati, appuntamenti di lavoro disdetti. Furono creati ricoveri di fortuna e sugli aeroporti scese il silenzio. La nube allentò la presa dopo cinque giorni e nel frattempo la coltre di ceneri presente nell’aria era scesa tanto da permettere a gran parte degli aerei di decollare nuovamente.
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— dicembre 2021
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