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Ci vorrà ancora del tempo prima che gli occhiali AR possano assomigliare a quelli consueti da vista. Anche le anticipazioni che circolano sui progetti ambiziosi di Apple, che mira a lanciare già questo o il prossimo anno un tale prodotto, parlano comunque di durate limitate e della necessità di collegarsi all’iPhone. Infatti, l’hardware tanto agognato non è ancora sufficientemente potente. Ma serie TV come «Black Mirror» o le notizie che trapelano da laboratori di sviluppo delle grandi compagnie hi-tech, fanno intuire in che direzione stiamo andando. Qualche esempio? Trovarsi in una città sconosciuta e visualizzare proprio davanti alla porta del locale prescelto le recensioni lasciate su Google e la fascia di prezzo, oppure farsi mostrare direttamente sulla strada il percorso per raggiungere il punto di interesse più vicino. Il tutto, ovviamente, lasciando il proprio smartphone in tasca. Il modello forse più avanzato in tal senso è quello proposto dagli occhiali AR di Niantic, ai cui vertici troviamo proprio ex membri della squadra di Google, e in commercio con il nome di «Outdoor AR Headset». Si tratta del modello più potente del settore e non è solo in grado di realizzare buona parte degli esempi appena descritti, ma persino di far volteggiare attorno alle nostre teste robot virtuali.

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