condividi su

A chi volesse comprendere al meglio questa storia si consiglia una passeggiata nel quartiere di Samcheong-dong, dalle caratteristiche stradine ripide, uno di quei quartieri di abitazioni hanok tradizionali che sono riusciti a sopravvivere nel ventre di una regione metropolitana che conta 25 milioni di abitanti, e svolge un ruolo fondamentale nell’evoluzione della giovane scena artistica sudcoreana. Per molti, l’anima di Seul è qui, tra le case da tè e i piccoli musei sparsi in questo labirinto di case secolari. Un po’ ovunque si vedono travi di legno e tegole accuratamente accatastate, che verranno utilizzate per la trasformazione delle vecchie case yangban in eleganti residenze. E questo non è l’unico elemento ad indicare il nuovo spirito che da anni ormai pervade i vicoli dell’antico quartiere.

A Samcheong-dong vengono inaugurati in continuazione nuovi atelier e studi di design. I visitatori possono esplorare quest’area grazie a speciali «art walk», passeggiate guidate offerte da diversi operatori. Location come la Kukje Gallery o il National Museum of Modern and Contemporary Art godono di una reputazione particolare: fanno parte, infatti, di quella schiera di pionieri dell’arte d’avanguardia che più di tutti plasmano la metamorfosi del quartiere. Uno sguardo attraverso le vetrine delle gallerie suscita indubbiamente curiosità: il volto di Vincent van Gogh, in color rosso sangue, con l’orecchio leggermente sfocato, è protagonista di uno dei quadri che saltano immediatamente all’occhio. Poi ci sono Qui, Quo e Qua, i nipotini di Paperino, purtroppo dimagriti al punto da essere diventati scheletrici. Fin dal 1982, la Galleria Kukje, che di recente ha aperto la terza succursale accanto al palazzo reale di Gyeongbokgung, nell’altrettanto tortuoso quartiere di Sogyeok-dong, espone opere di grandi artisti come Damien Hirst, Cy Twombly, Joseph Beuys e Anselm Kiefer. Una cosa è certa: una passeggiata nell’affascinante quartiere creativo di Seul non sarà mai noiosa.