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Il Museo del Design di Zurigo dedica una mostra a Le Corbusier e al suo rapporto con il colore.

Per Le Corbusier, il colore era una parte fondamentale della sua teoria architettonica e veniva da lui considerato uno strumento di progettazione e un elemento base che conferisce identità a uno spazio: «Il colore in architettura è uno strumento efficace al pari della planimetria e dello spaccato» era uno dei suoi motti. Le Corbusier creò delle «tastiere cromatiche» che ancora oggi vengono amministrate e commercializzate in tutto il mondo da Les Couleurs Suisse AG. Il Museo del Design di Zurigo espone, nel suo Padiglione Le Courbusier, un centinaio di fotografie, modelli originali e progetti nonché tre installazioni di grandi dimensioni che ci dimostrano come le parole di questo grande architetto ed artista siano ancora oggi di grande attualità. La mostra si divide in tre sezioni. Al piano seminterrato sono rappresentate le varie tappe della configurazione dei colori nell’opera omnia di Le Corbusier. L’atelier al piano superiore è dedicato dall’unica fabbrica mai progettata dall’architetto. L’ultimo piano ospita una mostra sul tema dei pigmenti e su René Burri, fotografo per Magnum Photos e cronista della vita e delle opere di Le Corbusier. 

Museum für Gestaltung Zürich
«Le Corbusier und die Farbe»
Fino al 28 novembre 2021
museum​-gestaltung​.ch

Barbara Frey 03

Un temperamento giocoso ma anche tenace

Un ritratto di Barbara Frey — regista, direttrice artistica e vincitrice del Gran Premio svizzero per le arti dello spettacolo.

Quando andiamo a teatro, siamo affascinati dallo spettacolo che ci cattura e ci tiene incollati alle poltrone. Tuttavia, sono le pause e i silenzi all’interno dello spettacolo che ci permettono di diventarne parte attiva. Creare proprio questi spazi è una caratteristica distintiva di Barbara Frey, originaria di Basilea, che è stata recentemente insignita del Gran Premio svizzero delle Arti dello Spettacolo, l’Anello Hans Reinhart. Anche uno dei membri della giuria, Markus Joss, ha sottolineato questo aspetto nella sua motivazione: «Il linguaggio di Barbara Frey risiede nella ricchezza dei dettagli dei personaggi, rappresentati come tavole orchestrate. Mai semplici costruzioni concettuali vuote, le sue regie diventano sempre spazi di esperienza per i sensi. Ci sono queste meravigliose lacune’ che, in qualità di spettatore, posso occupare — proprio perché non tutto viene raccontato. Sono invitato a una complicità in cui c’è spazio per la mia fantasia.»

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Maya Repele

Intrecci e fili

Un’intervista a Maya Repele sull’impressionante tradizione artigianale di Manufactura Tessanda.

Un mormorio sferico, uno sferragliare ritmico, l’odore del legno e mani agili che sembrano telecomandate e che si muovono in una danza tra i fili. Quello che succede dietro le porte della fondazione Manufactura Tessanda, nella bellissima Val Monastero è qualcosa di straordinario. Un mondo in cui l’antico si intreccia al nuovo, dando origine a nuovi colori. Le donne lavorano qui su dei telai datati oltre un secolo e producono tutto quello che servirebbe per rendere le nostre case più belle: dalle federe, alle copertine per i bambini e persino elastici per capelli. 

Maya Repele, nella sua funzione di presidentessa del consiglio della fondazione, ci racconta cosa rende Tessanda un luogo così particolare per la conservazione e la diffusione di tradizioni regionali, quali sono le qualità da possedere per lavorare come tessitore e come un tessitore esperto dovrebbe premere il pedale. 

Quando è stata aperta Manufactura Tessanda e da chi? 
La Tessanda è stata fondata nel 1928 da due insegnanti di artigianato di Chur, che tenevano entrambe corsi di artigianato nella remota e povera scuola di Val Monastero, o in romancio appunto Val Müstair. Il parroco del paese le aiutò. È stato un vero e proprio progetto di finanziamento imprenditoriale femminile: si voleva concedere alle donne della valle la rarissima opportunità di poter guadagnarsi da vivere, di frequentare una formazione e di potersi tessere la propria dote.

Lavorate ancora in parte su telai datati oltre 100 anni. Potrebbe spiegare per i non esperti tra di noi quali sono le parti che compongono questi telai? 
I telai tradizionali possono essere contemporaneamente attrezzi molto semplici ma anche relativamente complessi. I nostri visitatori restano sempre stupiti nel vedere che premendo fino a dodici pedali riusciamo a tessere dei disegni anche molto complessi. La tessitrice aziona il telaio con entrambe le braccia ed i piedi. È essenziale una coordinazione perfetta dei movimenti perché tutto si svolge molto velocemente: la tessitrice fa sfrecciare la navetta avanti e indietro fino a 80 volte al minuto, fino a 20000 volte al giorno.

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07. novembre 2022 Niki 01

Sintonia fra forma e colore

Fino a gennaio 2023 il Kunsthaus Zürich ospita una retrospettiva sulle opere di Niki de Saint Phalle.

È considerata una delle artiste di maggior spessore del XX secolo ed è rinomata in tutto il mondo per le sue «Nana», grandi e variopinte figure femminili che, con la loro allegria, danno il volto allo stile inconfondibile di Niki de Saint Phalles. Ma l’espressione artistica della pittrice e scultrice franco-elvetica è molto di più. Alla sua produzione variegata e sfaccettata, a tratti anche eccentrica, cupa ed enigmatica, è dedicata una vasta retrospettiva nel Kunsthaus Zürich. Fino all’8 gennaio 2023 sono esposte oltre 100 opere che spaziano dai suoi esordi con i famosi «shooting paints» fino alla sua interpretazione di quesiti sempre attuali, dai ruoli nella società alle tematiche politiche. Questa mostra è l’ultima curata dal direttore Christoph Becker che, dopo 22 anni alla guida del museo, cederà le redini ad Ann Demeester. 

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